TERENZIO GRANDI

nato il 1884-01-01

A  VALENZA (AL)

Deceduto il  1981-07-04

Collocazione
ZONA   STORICA
AREA   NAVATA
CELLARIO   F6
CELLETTA   76
CELLETTA CINERARIA



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Biografia

Nasce nel 1884 a Valenza Po. Un suo zio, Achille, vive a Roma dove è impegnato come consigliere comunale e dirigente del giornale sindacale «Il patto di fratellanza». L’attività e il pensiero di questi influenzano la personalità politica di Grandi, che sin da giovane è un ammiratore del deputato radicale F. Cavallotti ed è interessato al pensiero di G. Mazzini e di C. Cattaneo. Quando si trasferisce a Torino a inizio Novecento è già un militante repubblicano e fonda, giovanissimo, una sezione del partito a Valenza. Aspirante pubblicista, lavorerà come tipografo, dapprima come operaio e poi come industriale (sarà uno scrittore nei ritagli di tempo). Conosce A. Ghisleri, che considera un maestro e diventerà il suo più caro amico. In virtù di questa amicizia la figlia Lorenza curerà la pubblicazione del carteggio (L’intransigente e l’idealista. Carteggio Arcangelo Ghisleri-Terenzio Grandi, Torino 1992). Tra il 1903 e il 1904 dirige il settimanale «L’emancipazione», periodico politico, sociale e anticlericale, organo della federazione piemontese del Partito Repubblicano; è inoltre capo redattore delle «Arti Grafiche», periodico della Federazione del Libro. Si occupa anche dell’associazione Libero Pensiero e partecipa attivamente, molto probabilmente come unico maschio, al comitato «Pro voto donne» di Torino, dove ha l’occasione di conoscere Emilia Mariani, a cui dedicherà in tarda età un ricordo sulla rivista «Studi Piemontesi» (Emilia Mariani, una delle prime femministe italiane, 1973). Nel 1911 fonda e dirige il settimanale «La Ragione della Domenica», pubblicazione collegata al quotidiano repubblicano di Roma «La Ragione», ma a causa degli scarsi mezzi a disposizione fa confluire successivamente il settimanale nella gazzetta «Humanitas» di Bari, diretta dal repubblicano P.D. Pesce. Riformato, non partecipa alla Prima guerra mondiale, ma fonda con alcuni amici un «Gruppo di azione civile» che ha diramazioni in tutta Italia e anche rapporti con comunità di emigrati italiani in America Latina. Seppure inizialmente aderente alle posizioni dei neutralisti, Grandi si converte in seguito all’interventismo democratico e con questo gruppo lavora per facilitare, a guerra ultimata, le relazioni tra i popoli basate su principi di libertà politica e commerciale e di giustizia sociale. Il gruppo raccoglie contributi per riuscire a inviare ai militari generi di conforto; insieme all’associazione «Pro voto donne» è impegnato nell’assistenza legale alle famiglie dei richiamati. Nel 1918 fonda e dirige «La Risposta», pubblicata fino al 1919. Nel 1923 fonda «La nuova coscienza», di ispirazione antifascista, sopravvissuta solo per pochi mesi. Antifascista convinto e intransigente si rifiuterà sempre di prendere la tessera del partito fascista. Durante gli anni del regime, Grandi stabilisce una stretta amicizia con gli storici C. Spelanzon e L. Salvatorelli, che frequenta nella casa di Santorre Debenedetti. Nel 1947 fonda il «Pensiero Mazziniano», rivista da lui diretta fino al 1963 e alla quale continua a collaborare anche negli anni successivi. Tra i suoi scritti vanno ricordati Mazzini aneddotico. Raccolta di poesie su Mazzini e altri; Un giornalista repubblicano nell’Ottocento piemontese: Giuseppe Beghelli (1847-1877), Pisa 1970 e Gustavo Modena attore e patriota (1803-1861), Pisa 1968. Nel secondo dopoguerra Grandi contribuisce attivamente alla fondazione del Movimento Federalista Europeo. Nel 1963, dopo aver ceduto la tipografia, si ritira a vita privata dedicandosi agli studi storici e alla sistemazione del suo vastissimo archivio, dovuto in parte alla sua corrispondenza con numerosi repubblicani e letterati sparsi in tutta Italia. L’archivio si trova oggi al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino: si tratta di un fondo dedicato al mazzinianesimo e al movimento repubblicano in Italia. Muore a Torino il 4 luglio 1981. Al suo funerale, che si svolge con una cerimonia laica, la sua figura è ricordata, tra gli altri, da A. Galante Garrone, e sono presenti numerose associazioni italiane di matrice laica e democratica oltre a molti esponenti del Partito repubblicano. Le sue ceneri sono conservate al Tempio Crematorio.